Cortile della scuola Carducci
Se un Belvedere prevede sempre una posizione elevata di dominio sul panorama, qualunque esso sia… un luogo del Belsentire fa forse il contrario. La contemplazione di un panorama del Belsentire pare richiedere infatti una sorta di “sottomissione” all’ambiente e la contemplazione diviene possibile solo a patto di un ridimensionamento del fruitore che, ben lungi dal restare passivo esercita la sua facoltà di partecipazione al paesaggio attraverso la pratica attiva dell’ascolto silente.
Una sorta di ribaltamento dunque nelle posizioni di fruitore e paesaggio fruito data dall’atteggiamento che il fruitore adotta volontariamente. Ed è forse in virtù di questo atteggiamento, di questa volontà che i luoghi possono aspirare a divenire luoghi del Belsentire: nella disposizione e nella volontà creatrice e conservatrice che riconosce e ammira favolosi e reconditi paesaggi naturali ma anche i paesaggi della vita umana nelle sue comuni e nobili forme del lavoro, della scuola, della socialità. Lo scorrere musicale di un piccolo ruscello può svelare una vitalità nascosta, preziosa e magari vulnerabile, ma non meno il Belsentire di una piccola e variegata comunità infantile affacendata nel cortile scolastico (quanto quello di lavoratori e avventori di un mercato del pesce) può restituire elementi identitari e culturali e promuovere riflessioni sul bisogno di cura della nostra dimensione sonora e delle sue implicazioni relazionali. Riconoscere luoghi del Belsentire, promuoverne la conservazione, diventa quindi esercizio di cittadinanza attenta e memore, umile e visionaria. Più felice.